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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Hikikomori, è boom anche in Italia: migliaia di giovani si recludono in casa

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Hanno tra i 14 e i 25 anni  e non studiano né lavorano. Non hanno amici e trascorrono gran parte della giornata nella loro camera. A stento parlano con genitori e parenti.  Dormono durante il giorno e vivono di notte  per evitare qualsiasi confronto con il mondo esterno. Si rifugiano tra i meandri della Rete e dei social network con profili fittizi, unico contatto con la società che hanno abbandonato. Li chiamano  hikikomori , termine giapponese che significa “ stare in disparte ”. Nel Paese del Sol Levante hanno da poco raggiunto la preoccupante cifra di  un milione di casi , ma è sbagliato considerarlo un fenomeno limitato soltanto ai confini giapponesi. “E’ un male che affligge tutte le economie sviluppate – spiega  Marco Crepaldi , fondatore di  Hikikomori Italia , la prima associazione nazionale di informazione e supporto sul tema – Le aspettative di realizzazione sociale sono una spada di Damocle per tutte le nuove generazioni degli anni Duemila: c’è chi riesce a sopportare la

Persepolis - il prezzo del pensiero

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Persepolis - come nasce una dittatura

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Persepolis

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“Persepolis” di Marjane Satrapi, nata e cresciuta a Teheran e poi trasferitasi in Europa dove ha studiato disegno e illustrazione a Vienna e Strasburgo, è il primo fumetto iraniano mai pubblicato, una storia di formazione e anche la testimonianza ironica e appassionata di come si riesca a sopravvivere ai lenti cambiamenti che una dittatura apporta alla vita quotidiana. Come fumetto a sfondo politico, “Persepolis” si inserisce nel filone del “Maus” di Spiegelman e “Palestina” di Joe Sacco, ma il tratto della Satrapi è ben diverso da quello che caratterizza le figure piccole e un poco grottesche degli animali antropomorfi di Spiegelman o quelle altamente drammatiche di Sacco. Nel suo disegno prevale la linea rotonda in un contrasto fortissimo di bianco e nero assoluti.