Cannabis Libera, l'Italia si divide.
Cosa ne pensate, è vero che legalizzare le droghe leggere sottrarrebbe mercato alla criminalità organizzata?
Sel e una parte del Pd aprono alla Cannabis Libera, la Lega si divide ma gran parte del mondo politico vede come il fumo negli occhi l'ipotesi di una liberalizzazione. L'idea, partita dall'assessore leghista lombardo Gianni Fava, è stata immediatamente bocciata proprio dai vertici del Carroccio, (Matteo Salvini e Roberto Maroni), mentre il capogruppo della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo si è precipitato ad arginare la sortita di Fava (una 'posizione personale')'; per contro ha esultato la sinistra che con Nichi Vendola, leader di Sel, ha fatto presente come il proibizionismo rappresenti ''la manna dal cielo per i narcotrafficanti'', bollando la Fini-Giovanardi come ''una legge sbagliata e feroce''.
Cauto Matteo Renzi per il quale sarebbe bene intanto cominciare a ristabilire la 'distinzione tra droghe pesanti e leggere' rivedendo la Fini-Giovanardi su cui la Lega - ha sottolineato - ha manifestato la sua ''schizofrenia passando dal proibizionismo totale alla liberalizzazione''. E mentre Forza Italia con Maurizio Gasparri ha definito ''folle'' l'idea di una liberalizzazione delle droghe leggere, il senatore Pd Luigi Manconi ha subito messo in moto la macchina legislativa presentando a palazzo Madama un ddl che faccia da volano alla depenalizzazione. Il suo ddl prevede la non punibilità della coltivazione per uso personale di marijuana e della cessione di piccoli quantitativi dei derivati della cannabis finalizzata all'immediato consumo personale'' e ''il ripristino della distinzione del trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti, con una riduzione delle pene per le prime, fino alla completa cancellazione delle sanzioni amministrative per i consumatori dei derivati della cannabis''.
Un tema 'sensibile' quello della liberalizzazione della droga, su cui il Pd si muove comunque con circospezione. Dopo la mossa di Manconi, la deputata Pd Donata Lenzi, capogruppo nella commissione Affari sociali ha rivendicato alla Camera il compito di occuparsi della materia. ''Indubbiamente - ha osservato la parlamentare - occorre affrontare in modo serio anche il tema di una legislazione che consenta di superare l'assurda criminalizzazione dell'uso della cannabis che fino ad oggi, oltre a contribuire al drammatico sovraffollamento delle carceri, ha addirittura favorito la diffusione delle droghe pesanti''. E mentre Paolo Ferrero (Prc) ha plaudito all'apertura del dibattito favorito dal Carroccio, il nuovo centrodestra si è scagliato contro. ''Case chiuse, droghe aperte...ma dove stiamo andando?'', si è chiesto il consigliere lombardo dell'Ncd, Stefano Carugo (presidente della commissione Affari Istituzionali del Pirellone), sulle proposte di area leghista in materia di regolamentazione della prostituzione e di legalizzazione della cannabis.
Liberalizzare la droga per combattere il traffico clandestino? «È da dilettanti di criminologia». Sono le parole con cui Paolo Borsellino nel 1989 rispondeva ad una domanda che una ragazza le faceva durante un incontro pubblico a Bassano del Grappa. Già allora si pensava che la soluzione migliore per mettere il bastone tra le ruote alla mafia nei suoi affari di sostanze stupefacenti fosse legalizzare la droghe leggere, così da sottrarre alle organizzazioni criminali questo mercato. L’analisi che fece il giudice palermitano è molto chiara, e risulta valida ancora oggi che si torna a parlare di legalizzazione della marijuana. «Forse non si riflette che la legalizzazione del consumo di droga non elimina affatto il mercato clandestino, anzi avviene che le categorie più deboli e meno protette saranno le prime ad essere investite dal mercato clandestino». Inevitabile sarebbe creare fasce che non potrebbero accedere a questi prodotti, che sarebbero quelle più deboli su cui la criminalità tenterebbe di costruire i propri traffici: «Resterebbe una residua fetta di mercato clandestino che diventerebbe estremamente più pericoloso, perché diretto a coloro che per ragioni di età non possono entrare nel mercato ufficiale, quindi alle categorie più deboli e più da proteggere. E verrebbe ad alimentare inoltre le droghe più micidiali, cioè quelle che non potrebbero essere vendute in farmacia non fosse altro perché i farmacisti a buon diritto si rifiuterebbero di vendere. Conseguentemente mi sembra che sia da dilettanti di criminologia pensare che liberalizzando il traffico di droga sparirebbe del tutto il traffico clandestino e si leverebbero queste unghia all’artiglio della mafia».
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