'O BRORO 'E PURPO

Al posto del vin brulé e punch, un tempo a Napoli, veniva servito per poche lire nelle strade 'o broro 'e purpo bollente, in un bicchiere o in una tazza, dove si scorgeva anche un tentacolo che in napoletano si chiama “ranfetella”. In alcuni casi veniva proposto versato su un po’ di pane raffermo. Anche Matilde Serao ne “Il ventre di Napoli” (1890), cita il commercio del brodo di polpo.
Oggi è scomparso dalle bancarelle dei venditori ambulanti ma compare nei menu di qualche ristorante o taverna in cui la cucina napoletana la fa da padrona, ma viene in genere servito come zuppa con fette di pane casareccio abbrustolito o fritto ed arricchito da qualche cozza. Secondo la tradizione il pepe rende il brodo di polpo un ottimo rimedio contro il raffreddore.
Ingredienti per 4 persone: 1 polpo di 800 gr., 5/6 cucchiai d’olio, sale e pepe, prezzemolo.
Il procedimento è semplice: il polpo pulito e lavato viene messo in acqua bollente in una grossa pentola con aggiunta di qualche cucchiaio di olio di oliva, pepe in abbondanza, sale e prezzemolo per circa 40 minuti, ovvero finché non diventa sufficientemente calloso. Una volta cotto, il corpo del polpo viene tagliato e destinato prevalentemente alla famosa insalata di polipo. I tentacoli (ranfetelle) però, sono riservati ad arricchire il brodo.
ranfetelle, piccola ranfa, tentacolo, dal longobardo krampf purpo, polpo, dal basso latino pulpum, 

(da Espresso napoletano)

Commenti

Post popolari in questo blog

RUGHE: CARTINA PSICOSOMATICA DELL’ANIMA E NON SOLO

APPOCUNDRIA: UNA PAROLA E…PINO DANIELE SU TUTTI