LA SALITA AL VESUVIO
I viaggiatori che nel '600 raggiungevano il Vesuvio, facevano parte di quel flusso di visitatori nordeuropei che in quel periodo giungevano in Italia desiderosi di vedere le opere artistiche e urbanistiche proprie del Rinascimento. Il famoso percorso del Gran Tour iniziava a Genova per poi proseguire verso sud a Firenze, Roma e infine Napoli che costituiva con il Vesuvio la meta per così dire più esotica, considerando anche il fatto che gran parte dei forestieri non avevano mai visto un vulcano, tanto più se in attività. Tra il 1594 e il 1600, in occasione di lavori di scavo tesi a costruire un canale per far giungere l'acqua dal fiume Sarno a Torre Annunziata, vennero fortuitamente scoperti edifici e rovine della antica Pompei. Gli scavi archeologici cominciarono sotto il regno di Carlo di Borbone nel 1748 e portarono alla luce interi edifici pubblici e importanti case private; durante questo periodo le escursioni al Vesuvio assunsero una valenza culturale rilevante, poichè abbinare la visita all'antica città con il vulcano che l'aveva distrutta significava ricreare, nell'immaginazione, una civiltà classica intesa anche come origine della nostra cultura occidentale ed europea. Le forze incontrollabili della natura materializzatesi nel vulcano affascinarono intellettuali ed artisti del '700 e del '800 che ne esaltarono il valore romantico in contrasto con il razionalismo analitico dell'illuminismo. In questa cornice personaggi come l'ambasciatore Sir Hamilton, Wolfang Goethe, Alexander Dumas, Charles Dickens e tanti altri, hanno, in più fonti letterarie, testimoniato esplicitamente il loro stupore di fronte alla bellezza imponente del Vesuvio. L'ascesa al cratere rappresentava il momento irrinunciabile dell'avventura, ostacolata e a volte impedita dall'attività eruttiva; già alla fine del '700 gli illustri viaggiatori venivano accompagnati da conoscitori del vulcano che guidavano, con l'aiuto di cavalli e spesso di notte, piccoli gruppi di escursionisti verso la cima. I viaggiatori più facoltosi si facevano condurre in lettiga; va detto che non solo la salita era difficoltosa, ma anche la discesa.
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