Villetta Baden Powell (Arpino) da oasi verde a simbolo di degrado ed inciviltà.


Appena cinque anni fa l'allora amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Carfora, in occasione del centenario della fondazione dello scoutismo, decise di intitolare la villetta di Arpino situata in via Toti al fondatore del corpo scout CNGEI, Lord Baden Powell. 
In quella domenica dopo una prima ricognizione dove s'individuarono le aree di maggiore degrado, iniziò l’opera di riqualificazione in collaborazione con gli scout. Il gruppo dei rover tolse le erbacce. I lupetti, i più giovani, con l’aiuto del loro capo bonificarono e piantarono dei fiori nelle aiuole. Infine gli esploratori, dopo l’iniziale pulizia, piantarono quattro pini.
L’area verde non è molto grande: al suo interno vi sono due campi di bocce coperti da una struttura in legno, una pista di pattinaggio, giochi per bambini e ampi spazi verdi,oltre poi una fontana, un gabbiotto dove stazionano i guardiano durante le ore diurne e ovviamente servizi aperti al pubblico.

Cinque anni che sembrano però un'eternità.

Un'aspettativa alta per quella che allora era l'unica piccola oasi verde nel cuore cittadino di Arpino dove poter passare del tempo. Un sogno verde in una realtà di cemento.


Attualmente lo stato di degrado ed abbandono che ha colpito la villetta di Baden Powell è straziante da guardare. I palesi atti di vandalismo ad un bene comune fanno male quanto uno schiaffo in pieno viso e la inconsistenza dell'azione amministrativa per porvi rimedio è un bavaglio alla cosienza di quei cittadini che impotenti assistono quotidianamente alla graduale ma inesirabile distruzione della villetta oltre che dell'iniziale sogno.
Entrambi gli accessi sono costellati da rifiuti ed erbacce, i vialetti non curati e le aiuole incolte fanno da biglietto da visita ad un ben più triste spettacolo.
I due campi di bocce sono diventati arene per far guerra coi sassi, quelli che ancora si scorgono per terra, a testimoniare la cruenza delle battaglie serali, dove vittime inermi sono le strutture in cemento ed i fari d'illuminazione dell'area. 

La vasca dell'ormai inutile fontana è divenuta un immondezzaio, al suo interno pietre, lattine cartacce ed una scopa, ma tanto a cosa servirebbe tenerla altrove.

Vetrate rotte ed un condizionatore smontato adornano il gabbiotto dei custodi, mortificati come lavoratori e demotivati come uomini.
Numerose le denunce fatte sia ai propri superiori sia alle autorità competenti ( carabinieri) da parte dei custodi che si trovano a dover prendere atto in prima persona degli atti vandalici e contro legge qui perpetrati.

Ultimi in ordine di tempo altri due danni; la distruzione dei coperchi in cemento dei cavedi dentro i quali passano tubi e cavi dei vari impianti e lo sdradicamento delle cinque panchine, primo atto di un più ampio disegno che si concluderà, con molta probabilità, con la loro sottrazione. 


Delle trappole insidiose che sparse ovunque rappresentano un pericolo per i visitatori, molti dei quali bambini, ben tre di questi tombini scoperchiati si trovano proprio nell'area giochi coperti attualmente solo da grossi bidoni dei rifiuti lì posizionato a mo di dissuasori.


La civiltà di un popolo la si vede anche da come tratta i beni comuni, l'efficacia di un governo dalle azioni che mette in campo per tutelarli. Lo stato della città, o di alcune parti di essa, è lo specchio della vivibilità e salubrità della stessa, ebbene Arpino oggi è relegato ad essere un invivibile borgo afflitto da non curanza ed inciviltà. 

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