Tutela ambientale, un impegno da prendere seriamente.


Sono ben undici, in venti giorni presi in esame, gli sforamenti registrati dalla centralina ARPAC di Casoria (zona scuola palizzi).
Questi dati prospettano la pessima situazione relativa alla qualità dell’aria, ed in particolare al PM10; cioè a quelle particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore dieci millesimi di millimetro, e di queste circa il 60% è composto da particelle più piccole, dette PM2,5, le quali sono capaci di raggiungere in 30 giorni le porzioni alveolari dei polmoni.
C'è, tra l'altro, da considerare anche che tra i nove giorni in cui non si sono registrati sforamenti, cinque di essi risultano privi di dati in quanto, secondo l’Arpac, sono non valutabili” ed uno "non pervenuto"
Da sottolineare l’altissimo valore dei dati registrati dalla centralina.
Per "sforamento" si intende infatti quando la media giornaliera di PM10 supera 50µg/m3. Naturalmente anche se il valore è di 51 µm si tratta di uno sforamento, ma può essere casuale.
La centralina ha invece rilevato valore decisamente abnormi in diversi giorni.
Lasciando stare il primo giorno dell’anno, che ha registrato un livello di ben 277µm dovuto naturalmente ai botti di Capodanno, in tutto il periodo analizzato i valori in ben otto giorni hanno superato i 100 µm. Vediamoli nel dettaglio non trascurando il fatto che il valore di 50µg/m3 non può essere superato più di 35 volte nell'arco dell'anno;















Centralina scuola Palizzi:

1) Gennaio: 277 µg/m3, 2) Gennaio: n.p.
3) Gennaio: 44 µg/m3, 4) Gennaio: n.v.
5) Gennaio: n.v. 6) Gennaio: n.v.
7) Gennaio: 18 µg/m3 8) Gennaio: n.v.
9) Gennaio: 82 µg/m3 10) Gennaio: 117 µg/m3
11) Gennaio: 101 µg/m3 12) Gennaio: 42 µg/m3,
13) Gennaio: 66 µg/m3, 14) Gennaio: 109 µg/m3,
15) Gennaio: 105 µg/m3, 16) Gennaio: 106 µg/m3,
17) Gennaio: 133 µg/m3, 18) Gennaio: 102 µg/m3,
19) Gennaio: 52 µg/m3, 20) Gennaio: 15 µg/m3,

Naturalmente l’impatto ambientale sulla qualità dell’aria potrebbe derivare da diverse cause, che messe insieme, danno un risultato così disastroso. Certo sarebbe utile approfondire la questione, cercando di approfondire le cause principali e soprattutto porvi rimedio. Al momento però mancano degli studi su questo campo.

Tornando al dato più agghiacciante del 1° gennaio, ben 277 µg/m3. Non sfugge che la causa primaria di un dato 5 volte superiore alla norma sia da legare ai fuochi d'artificio.
I botti di Capodanno, oltre che pericolosi ed uno stress per gli animali pare costino molto caro all'ambiente; è stato stimato che in una sola notte i botti esplosi, ad esempio, tra Posillipo e Capo di Sorrento rilasciano una quantità di diossina pari a quella prodotta in un anno da 120 inceneritori. E si parla solo di una minima zona dell'Italia, certo una di quelle in cui la tradizione dei botti di fine anno è più sentita, ma non certo l'unica.
In questo quadro vale la pena ricordare la tanto richiesta, quanto infranta, ordinanza Sindacale che vietava la vendita e l'utilizzo dei botti di capodanno su tutto il territorio Casoriano in modo particolare nei giorni 30 e 31 dicembre.

A tutela dell'ambiente e del futuro del nostro pianeta dovremmo prendere atto che alcune delle nostre usanze vanno assolutamente modificate, potrà apparire tardivo ad alcuni ma una inversione di tendenza è necessaria.

Comprendere le cause ed intervenire sugli effetti, devono essere le azioni di una generazione che ha il gravoso compito di decidere se essere il giro di boa o il baratro del precipizio nella lotta all'inquinamento.



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