Slitta il termine per andare in pensione: tutto su pensioni di vecchiaia, totalizzazione, prepensionamento, disoccupazione dopo la legge Fornero.
Col 2014 si alzano ulteriormente i requisiti pensionistici così come previsto dalla riforma Fornero del 2011.
Per la pensione di vecchiaia l’innalzamento graduale dell’età pensionabile riguarda:
- lavoratrici dipendenti del settore privato che andranno in pensione a 63 anni e 9 mesi (nel 2013 l’età pensionabile era 63 e 3 mesi);
- lavoratrici autonome che andranno in pensione a 64 anni e 9 mesi (nel 2013 l’età pensionabile era 63 e 9 mesi).
Per la pensione anticipata il requisito della sola anzianità contributiva passa a 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 e 6 mesi per le donne.
Per quanto invece riguarda la totalizzazione, coloro che maturano la pensione di anzianità con il requisito dei 40 anni a prescindere dall’età anagrafica, dal 2014 devono incrementare la decorrenza posticipata di 12 o 18 mesi, di altri tre mesi.
Pertanto ai dipendenti, una volta maturati nel 2014 i 40 anni, la pensione di anzianità totalizzata sarà posticipata di 15 mesi e agli autonomi di 21 mesi (oltre agli adeguamenti per la speranza di vita).
Altra novità: per le lavoratrici rientranti nella salvaguarda pensionistica, per le quali la pensione si perfeziona dal 2012 in poi, il requisito anagrafico di 60 anni richiesto fino al 31 dicembre 2011 diventa pari a 60 anni e 4 mesi comprensivi dei 3 mesi per speranza di vita. Sono interessate le lavoratrici dipendenti e autonome iscritte all’Ago nonché le iscritte alla gestione separata Inps.
Discorso in parte analogo per i salvaguardati (uomini e donne) che andranno in pensione con il vecchio requisito contributo dei 40 anni per l’anzianità. Dal 2014 il requisito sarà sempre di 40 anni ma la decorrenza mobile posticipata non sarà di 12 o 18 mesi, ma di 15 mesi per i dipendenti e 21 per gli autonomi.
Infine, per l’opzione contributiva nel 2014 per le donne che compiono 57 anni e 3 mesi (se dipendenti) deve essere maturata la pensione anticipata sperimentale con un minimo di anzianità contributiva di 35 anni. Infatti il regime sperimentale cesserà il 31 dicembre 2015 e per l’Inps il termine va riferito alla decorrenza della pensione. La decorrenza per questa tipologia pensionistica è posticipata di 12 mesi, e dunque per rientrare nel limite temporale del 31 dicembre 2015, occorre maturare i requisiti entro il 2014.
Disoccupazione: contributi al massimo per 12 mesi
C’è un modo per riscattare i periodi di disoccupazione in modo tale da renderli validi per il conteggio degli anni contributivi?
Tra i periodi per i quali il lavoratore ha diritto all’accredito (figurativo) dei contributi nella posizione assicurativa individuale rientrano quelli durante i quali ha percepito a carico dell’Inps un’indennità e il datore di lavoro non ha versato i contributi, non dovendo erogare alcuna retribuzione.
Nel caso della disoccupazione l’accredito figurativo avviene d’ufficio.
Possono essere accreditati al massimo 8 mesi o 12 mesi (corrispondenti, rispettivamente, alla durata massima dei trattamenti per i lavoratori con meno o più di 50 anni di età). Si tenga conto che, dal 1° gennaio 2013, in seguito alla riforma del mercato del lavoro, l’indennità di disoccupazione è stata sostituita dall’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego).
Lavoratrice della scuola: niente vecchiaia a 64 anni
Sono nata il 7 novembre 1952, dal 1° ottobre 1973 lavoro presso il ministero dell’Istruzione, in un’articolazione territoriale, il mio stipendio lordo mensile è di 2.850 euro. Quando potrò andare in pensione? Quanto prenderò di pensione circa? E, visti gli esuberi nella pubblica amministrazione, c’è la possibilità di andare prima con i requisiti precedenti rispetto alla legge Fornero?
La pensione di vecchiaia matura con le regole ordinarie il 7 ottobre 2019 e, stante l’appartenenza al settore pubblico, non può fruire della deroga per le donne che, a certe condizioni, potranno andare in pensione a 64 anni di età. Tuttavia il 1° aprile 2015 matura la pensione anticipata con 41 anni e 6 mesi di lavoro, sempre che ogni anno risulti coperto da contributi obbligatori o figurativi.
Altre deroghe non sono possibili in base alla attuale disciplina.
La pensione sarà calcolata col sistema misto e sarà “retributiva” per le anzianità maturate fino al 31 dicembre 2011 e contributiva per quelle successive fino al pensionamento. Il calcolo esatto non è possibile farlo in questa sede. ù
Per l’anzianità nel 1995 contano tutti i versamenti
Il servizio militare e alcuni periodi di lavoro di poche settimane ricongiunti, effettuati prima dell’assunzione a tempo indeterminato, rientrano nel calcolo del periodo necessario a raggiungere i 18 anni di servizio al 31 dicembre 1995?
Sì. Per determinare l’anzianità al 31 dicembre 1995 si tiene conto di tutta la contribuzione accreditata derivante sia dai periodi di prestazione effettiva di lavoro, sia dei periodi ricongiunti, riscattati e computati. Tuttavia pur rientrando nel sistema retributivo, dal 1° gennaio 2012, con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere da questa data, la quota di pensione corrispondente a tali anzianità sarà calcolata con le regole del sistema contributivo, così come previsto dalla Riforma Monti-Fornero del 2011.
Pensione più lontana per la lavoratrice del pubblico
Sono un’insegnante di scuola pubblica, compirò 60 anni a febbraio, avevo 35 anni di contributi ad agosto 2014: quando potrò andare in pensione?
In base ai dati forniti, si ritiene che l’accesso al pensionamento possa avvenire non prima del 2020. Infatti, a causa degli adeguamenti legati alla speranza di vita (i prossimi decorreranno dal 2016 e poi dal 2019) non è possibile indicare una data precisa. Nel 2020 i requisiti stimati per la pensione anticipata sono previsti in 42 anni e 2 mesi; l’accesso alla pensione di vecchiaia (se nata a febbraio 1953) è previsto a 66 anni 11 mesi, requisito che la lettrice perfezionerà nel 2020.
Come cambiano i requisiti per il trattamento
Quanti anni di servizio nella pubblica istruzione occorrono per avere diritto alla pensione anticipata? E a quella di vecchiaia?
Fino al 2015 la pensione di vecchiaia nel pubblico impiego si conseguirà con 66 anni 3 mesi di età e almeno 20 anni di contributi, oppure saranno sufficienti 15 anni di contributi se posseduti entro il 1992. La pensione anticipata – nel 2013 – si consegue con 41 anni 5 mesi per le donne, 42 anni 5 mesi per gli uomini. Dal 2014 i requisiti per la pensione anticipata subiranno un innalzamento di un mese. I requisiti di accesso alla pensione, sia anagrafici sia contributivi, dal 2016 subiranno gli adeguamenti legati all’aumento della speranza di vita.
Accesso a 40 anni di servizio per i dirigenti medici
Sono nata il 15 aprile 1952, faccio il medico ospedaliero. A oggi, ho 39 anni e tre mesi di contribuzione. In base alle nuove regole, in quale data mi sarà possibile accedere al pensionamento?
L’accesso per il pensionamento di vecchiaia è previsto nel 2018, quando saranno richiesti 66 anni 7 mesi, mentre il pensionamento anticipato potrà essere esercitato al compimento di 42 anni 10 mesi di contributi, requisito che sarà perfezionato a fine aprile 2017. Le date indicate sono stimate, a causa degli adeguamenti legati alla speranza di vita (oggi non noti). I dirigenti medici e del ruolo del Servizio sanitario nazionale potranno accedere, su istanza, al pensionamento al 40esimo anno di servizio effettivo (al netto di eventuali riscatti) e comunque entro il compimento del 70esimo anno di età.
Vecchie regole inapplicabili in assenza di deroghe
Sono un 59enne con 36 anni di contributi. In base alla riforma Fornero, dovrei andare in pensione a 67 anni con più di 43 anni di contributi versati. Perché i miei coetanei sono già in pensione da 3-5 anni (per pre-pensionamento o altro) e io non posso scegliere di andare in pensione con 40 anni di servizio?
Non esiste la possibilità auspicata dal lettore e cioè di poter scegliere oggi di andare in pensione con le vecchie regole, salvo che per coloro che possono beneficiare delle previste deroghe. I contributi volontari per la vecchiaia Mia mamma è nata nel 1956 e ha accumulato circa 18,5 anni di contributi (ha smesso di lavorare nel 2011). Sarebbe intenzionata a versare volontariamente i contributi per raggiungere i 20 anni ai fini della pensione di vecchiaia. A che età potrà avere la pensione di vecchiaia? Quando le conviene effettuare i versamenti? A quanto ammonteranno? Gli assicurati (in prevalenza casalinghe) che possiedono il requisito minimo di 15 anni, oppure autorizzati ai versamenti volontari entro il 26 dicembre 1992, possono ottenere la pensione di vecchiaia al compimento della nuova età pensionabile stabilita dalla manovra Monti. Se la madre del lettore non rientra in questa situazione, dovrà possedere almeno 20 anni di contributi per ottenere la pensione di vecchiaia anche con i versamenti volontari da richiedere subito. Il costo di questa contribuzione volontaria si determina in base alla media retributiva dell’anno precedente la domanda. Si va indietro fino a raggiungere tale anno precedente. Il costo dei versamenti volontari può essere dedotto totalmente dal reddito ai fini Irpef.
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