Napoli. Abbiamo scoperto a Chiaia un reperto settecentesco abbandonato

«Dottò volete comprarvelo?»


















Una vasca storica di due o tre secoli fa? 

Usata come autorimessa e, all'occorrenza, come pattumiera. Succede in via Cupa Caiafa, a Chiaia, nella zona della Torretta. Addirittura, nel quartiere, chiediamo informazioni sul reperto e scopriamo che c'è chi prova a venderla, proprio come nel film Totò Truffa 62, in cui il Principe della risata vende la Fontana di Trevi al malcapitato turista.
La vasca, tutta di marmo, se ne sta lì "da almeno 30 anni", assicura uno che nel quartiere ci è nato. 
Fa da sostegno ai motorini, serve come murales per graffitisti nemmeno bravi, come portacenere per i fumatori o come semplice cassonetto per carta, legno e multimateriale. Nel Settecento o giù di lì, invece, serviva per le bagnoterapie di malati e nobili. E se fosse nata altrove, la vasca, oggi se la passerebbe probabilmente assai meglio, al fresco, nella sala di un museo.
A Parigi o Berlino, un documento così rilevante per la storia della medicina starebbe in esposizione, sarebbe motivo di vanto. E' certo che agli Incurabili, all'ingresso della Farmacia, ci sono due vasche del tutto uguali a quella. Napoli, nei secoli scorsi, rappresentava un'eccellenza per la storia dell'igiene e questa vasca, il cui modello si diffuse tra '500 e '700, lo testimonia. 

Insomma, la vasca è passata "dall'igiene al degrado", per un'amara astuzia del destino. 

Considerando il valore dei tesori che regaliamo alle ortiche, noi napoletani, a volte, non recitiamo solo la parte del furbo Totò, ma anche quella dell'ingenuo turista truffato. Perché spesso, come in questo caso, truffiamo noi stessi e la nostra città.


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